Continuano le indagini degli investigatori sull’omicidio di Giulia Tramontano, ragazza incinta di sette mesi accoltellata dal fidanzato.
Alessandro Impagnatiello fa nuove confessioni. Il barman, colpevole per sua stessa ammissione, dell’omicidio di Giulia Tramontano, ragazza incinta di sette mesi, ha spiegato dove si troverebbe l’arma del delitto. L’uomo, ora seguito da un avvocato d’ufficio dopo che il suo precedente difensore ha rinunciato al mandato, ha detto di aver lasciato il coltello con cui ha ucciso la fidanzata in cucina. Precisamente, l’arma bianca si troverebbe insieme ad altre lame in un ceppo sopra il frigorifero dell’appartemento della coppia. Domani gli investigatori saranno proprio lì a fare alcune rilevazioni scientifiche, in attesa dell’autopsia sul cadavere di Giulia, disposta per questa settimana.
Le indagini vanno avanti
Le indagini sul caso Tramontano proseguono a ritmo spedito. Il motivo principale è il continuo cambio di versione di Impagnatiello. Le verifiche, coordinate dal pm Alessia Menegazzo e l’aggiunto Letizia Mannella e condotte dal nucleo investigativo dei carabinieri e dai loro colleghi di Rho, puntano a dimostrare la premeditazione del crimine. Gli inquirenti stanno cercando riscontri, utilizzando le immagini delle telecamere presenti a Milano e Senago e parlando con alcuni testimoni. Oltre all’uomo delle pulizie della palazzina di via Novella, sono state interrogate anche la sorella e la mamma di Giulia in modo da riscostruire le ultime ore di vita della giovane.